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Clockwatchers = Clockwatchers
Jill Sprecher.

N° associato: 6483 Formato VHS


 

Registrazione televisiva

Italia : Società Umanitaria, 2004

1 videocassetta (VHS) (96 min.) ; col.

CLOCKWATCHERS = Clockwatchers di Jill Sprecher. Con Toni Collette, Parker Posey, Lisa Kudrow, Bob Balaban, Paul Dooley. USA, 1997 Commedia, 96 min. È un film americano tutto di donne: la regista esordiente Jill Sprecher, la produttrice Gina Resnick, le attrici (anche Parker Posey e Toni Collette de Le nozze di Muriel) interpreti d'un gruppo di impiegate precarie d'una grande azienda. Sono quelle ragazze che aspettano fissando il quadrante dell'orologio l'ora di andarsene, che sanno fare poco e fanno nulla, che dopo il non-lavoro vanno a bere insieme e magari dalla chiromante, che pensano ad altro (un posto fisso, sposarsi, diventare attrice, mettersi a dieta, scrivere) e sperano nel meglio. Ritratto di "persone che vagano nell'esistenza girando in tondo... persone ripetitive come fotocopie che in silenzio e in attesa guardano scorrere la vita", il film è pure l'analisi d'una azienda: con le sue regole mutevoli e stupide, le persecuzioni disciplinari, i licenziamenti vendicativi, l'ordine improduttivo, le ridicolaggini. Intelligente e patetico, Clockwatchers ha offerto al festival un'immagine dell'infelicità contemporanea insieme con Funny Games di Michael Haneke, il film austriaco feroce e bello che a Cannes aveva provocato polemiche, scandalo. Ma è stato il problema attuale più disperato, la disoccupazione, ad avere avuto un successo inimmaginabile: applausi in piedi, spettatori che ballavano nelle poltrone, immensa simpatia, calore, entusiasmo. Sarà stata anche la sorpresa. Le notizie giornalistiche lasciavano pensare che l'inaugurale The Full Monty di Peter Cattaneo fosse soltanto una commedia inglese ribalda su sei operai rimasti senza lavoro che si mettono a fare gli spogliarellisti per signore: gli spettatori si son trovati di fronte a un film molto sottile, divertente e serio, nel quale la nudità occupa appena un attimo finale. Per il resto, l'umiliazione dell'ozio coatto degli ex lavoratori delle acciaierie di Sheffield, la scoperta del corpo e del tormento di venir giudicati a partire dalla bellezza o bruttezza fisica, il rapporto di uno col figlio ragazzino e d'un altro con la moglie inconsapevole, il piacere della musica e della danza, l'invidia per la bravura di Jennifer Beals o chi per lei in Flashdance, gli scoramenti della depressione: e la sorpresa di sapere che il film del momento è prodotto da un italiano, Uberto Pasolini Dall'Onda, già produttore di Palookaville, che vive a Londra, ha lavorato con David Putnam, ha imparato da lui a preparare i film con pazienza, esattezza, scrupolo e amore. Da La Stampa, 16 Novembre 1997

1 Copia

Collocazione: Solo consultazione

 


 
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